giovedì 1 dicembre 2011

Capitolo 1 - L’Istituto Per Signorine Di Nobili Famiglie Decadute di Miss Worksham

-->




Nonostante Wendy facesse, come tutti i bambini, ogni sforzo per non crescere, pure, anche per lei, venne il momento in cui diventò grande abbastanza da dover lasciare la famiglia per frequentare una boarding school.
   A dire il vero il signor Darling sosteneva che erano troppo poveri per pagare la retta di una scuola di questo tipo, ma tutti i figli dei loro vicini della stessa età erano ormai da tempo iscritti a scuole prestigiose, e la signora Darling era molto imbarazzata non sapendo più cosa rispondere alla domanda che le altre signore le rivolgevano sempre più spesso: ”Dove avete iscritto vostra figlia per il prossimo anno?”.
   In quell’estate del 1907 i signori Darling fecero dunque una lunga ricerca per trovare per Wendy una scuola la cui retta (con enorme sacrificio, ripeteva sempre il signor Darling) potessero permettersi, ed alla fine decisero per l’ “Istituto Per Signorine Di Nobili Famiglie Decadute” di Miss Henrietta Worksham.
   Miss Worksham era stata in gioventù istitutrice del figlio del quinto conte di Heavycourt, Giacomo, e in quindici anni di onorato servizio in quella casa severa aveva appreso dalla contessa madre a mostrare un altezzoso disprezzo per tutti coloro che non erano nati nobili o che (aggiungeva lei), non dedicavano tutta la propria vita al servizio di questa emerita istituzione.
Proprio in nome di tale encomiabile spirito di servizio Miss Henrietta aveva deciso di aprire un istituto privato dalle rette abbordabili riservato (almeno in linea di principio) a fanciulle di nobili famiglie in avversità economiche. Con sua grande sorpresa però le iscrizioni di tale tipo di allieve alla sua scuola furono del tutto inesistenti (tranne una di cui fra poco diremo), mentre abbondarono subito quelle di agiate fanciulle borghesi i cui genitori erano attratti dalla speranza di farle sedere accanto alle figlie anche povere di un lord purché dotate di un fratello scapolo di qualche anno maggiore.
   Forse perché delusa nelle sue generose attese, con gli anni l’atteggiamento di Miss Worksham nei confronti del mondo, da semplicemente altezzoso che era, divenne gravido di gelido disprezzo. Per quanto possa essere difficile crederlo, questo suo altezzoso comportamento, che applicava rigorosamente anche nei confronti dei genitori delle sue allieve borghesi, costituiva, strano a dirsi, il miglior marketing del suo Istituto.
   Ricevendo il signore e la signora Darling, Miss Worksham si dimostrò quel giorno addirittura più scostante del solito e sottopose il povero signor Darling ad un vero e proprio esame.
Sotto quello sguardo terribile il signor Darling cominciò a deglutire e a sudare, timoroso che Miss Worksham non accettasse l’iscrizione di Wendy che lui stesso, fino a pochi minuti prima, considerava eccessivamente costosa per le sue povere tasche.
   Quando, alla fine di quel martirio, si sentì invece dire che Wendy avrebbe potuto frequentare l’istituto, il signor Darling si sentì così felice che perse ogni ritegno e rischiando di vedersi revocata l’ammissione faticosamente raggiunta balzò in piedi, a braccia alzate, gridando “Urrah!”, proprio come aveva fatto il giorno in cui aveva vinto il primo premio all’estrazione della tombola in parrocchia.
   Se il giudizio di Miss Worksham (come quello del Rev. Swell il giorno della tombola) sul signor Darling fu quel giorno definitivamente negativo e l’iscrizione venne accordata solo per esigenze di quadratura del bilancio dell’istituto, la conoscenza diretta di Wendy diede invece alla direttrice un’inaspettata prova della giustezza delle recenti e contestate teorie del signor Darwin sull’evoluzione della razza umana.


   Furono proprio le doti della giovane Miss Darling, a consigliare la direttrice di assegnarle come compagna di stanza addirittura Betty Ffink Pfenniger Jones. Come potete immaginare, l’iscrizione di Betty all’Istituto di Miss Worksham da parte dello zio, Lord Bryan Ffink Pfenniger Jones, uno degli uomini più ricchi d’Inghilterra, aveva riempito Miss Henrietta di un legittimo orgoglio che si sarebbe però, probabilmente, ridimensionato se avesse saputo che la scelta del conte era caduta sulla sua scuola solo perché era quella la cui retta costava meno.

   Non sapendo nulla di tutto ciò, Miss Worksham si era cimentata con particolare impegno e dedizione nell’impossibile impresa di dotare la nipote di un personaggio così importante delle tre “C” (Contegno, Contegno, Contegno) che riteneva suo compito trasmettere ad ogni allieva ma, soprattutto, a quelle di nobile famiglia.
   La piccola Betty sembrava però refrattaria ad ogni sforzo: allevata senza cura né affetto dalle cameriere dello zio, aveva un’aria perennemente svagata cui si aggiungeva un aspetto goffo e disordinato, dovuto a una massa di capelli biondi ingovernabili che sembravano sfuggirle da tutte le parti.
   La prima sera, quando andarono a letto insieme, Betty aveva appena subito una delle terribili sfuriate per le quali Miss Henrietta andava famosa e si era rifugiata in lacrime sotto le coperte. Wendy, sentendola piangere così disperatamente, aveva cercato di consolarla: “Vuoi che ti racconti una storia?” – le aveva chiesto - “Le raccontavo sempre la sera ai Bimbi Perduti quando ero nell’Isolachenoncè e facevo loro da mamma!”.
   A quelle parole il pianto si era interrotto e una vocina flebile flebile aveva chiesto di sotto le lenzuola “Che cos’è l’Isolachenoncè?”.
Come potete facilmente immaginare, sera dopo sera Wendy diventò la migliore amica di Betty e le raccontò della sua famiglia, dei fratelli, della sua tata Nana che era un cane, di Peter Pan che viveva con le fate, dell’ombra che lui aveva perduto una sera nella sua camera e che lei gli aveva ricucito, di Campanellino, della polvere di fata che serve per volare, di come lei fosse veramente volata all’Isolachenoncè con i fratelli, e di come, nell’isola, fosse stata prigioniera di Uncino e dei pirati.
   Quante altre cose meravigliose le raccontò in quel primo trimestre, prima di Natale, nell’ “Istituto Per Signorine Di Nobili Famiglie Decadute di Miss Henrietta Worksham”!
   Con l’avvicinarsi del Natale le piccole allieve di Miss Worksham si apprestavano a tornare a casa per passare le Feste con i genitori e Wendy chiese a Betty come avrebbe trascorso le sue vacanze. Figurarsi come rimase quando seppe che l’amica sarebbe rimasta a scuola e che, negli anni passati, non era MAI andata a casa per Natale, e che era rimasta sempre sola con la servitù dello zio o con gli inservienti dell’Istituto!
   Allora Wendy le confidò che la signora Darling le aveva promesso che se fosse risultata la migliore dell’istituto, subito dopo Natale avrebbe potuto passare qualche giorno con Peter
nell’Isola.
   Dopo questa strabiliante premessa, le propose di essere sua ospite a Londra a casa Darling per Natale dove avrebbero passato la Natività con il signore e la signora Darling, Nana, Gianni e Michele, e poi, il 28 dicembre, andare insieme con i fratelli e con Peter nell’Isola.
   Era il venerdì dell’ultimo week-end prima di Natale e le bambine non avevano avuto compiti per il lunedì successivo, così la piccola Betty decise di fare una cosa che, come scopriremo più avanti, avrebbe avuto terribili conseguenze per la nostra storia: decise cioè che doveva immediatamente scrivere una lettera, una lunga lettera, anzi….una STRAAAALUUUUGHISSIMA lettera a suo fratello William narragli tutti i particolari delle eccitantissime vacanze che l’aspettavano.